"C'era una volta Château Margaux"

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Conosciuto fin dal XII secolo, si chiamava "La Mothe de Margaux" (il tumulo di Margaux) e, all'epoca, non aveva viti. Il vecchio nome non è avvenuto per caso; in una regione piatta come il Médoc, il minimo "tumulo" si distingue facilmente e i più grandi vini sono sempre prodotti su terreni in pendenza che garantiscono un buon drenaggio. I successivi proprietari de "La Mothe de Margaux" furono, ovviamente, importanti signori, ma si dovette aspettare l'arrivo della famiglia Lestonnac per impostare la tenuta come la conosciamo oggi. Attraverso le generazioni e attraverso i secoli, l'abilità degli uni e le innovazioni degli altri, hanno progressivamente fatto di Château Margaux un vino di eccellenza.

Nel 1705, la London Gazette pubblicizzava la prima asta di grandi Bordeaux: 230 barili di "Margose"! L'annata 1771 fu il primo "claret" ad apparire in un catalogo di Christie's. L'inizio del XVIII secolo segna l'espansione dei grandi vini di Bordeaux e le loro classificazioni ancora informali, ma la rivoluzione francese mette fine a questo secolo d'oro bordolese. Château Margaux - le sue vigne, i suoi boschi, le sue foreste di biancospino, i suoi prati e i suoi mulini - fu venduto all'asta dai rivoluzionari come un bene nazionale. Bertrand Douat, marchese de la Colonilla, acquistò la proprietà e giudicò il maniero non degno della fama del suo vigneto. Al suo posto, costruì la proprietà che apprezziamo oggi. Per la costruzione del castello, La Colonilla si rivolse a Louis Combes, un architetto bordolese alla moda. A Margaux, Combes realizzò la sua opera d'arte. Spesso soprannominato la "Versailles del Médoc", il castello è un raro esempio dello stile neopalladiano in Francia

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La grande cantina, con le sue prospettive maestose e le sue alte colonne bianche, evoca l'immagine spettacolare di una cattedrale del vino. Fu nel 1977 che André Mentzelopoulos acquistò la proprietà. Le colonne ioniche che ornano il peristilio del castello gli ricordano la sua Grecia natale e gli permettono di cogliere, grazie alla sua formidabile acutezza intellettuale, la grande mole di lavoro necessaria per riportare Margaux al primo posto, l'unico posto di cui è degno. In questo modo, André Mentzelopoulos ha orchestrato la ricostruzione del patrimonio architettonico e viticolo di Château Margaux con l'obiettivo di permettere al terroir di dimostrare ancora una volta le sue favolose qualità. Morì nel 1980, troppo presto e troppo in fretta per godere della rinascita del suo Château Margaux; nessun altro proprietario aveva giocato un ruolo così profondo in così poco tempo nella pur secolare storia di Château Margaux. All'inizio del XXI secolo, i vini di Bordeaux conoscono un successo senza precedenti. Tutto il mondo sembra avere gli occhi puntati su Bordeaux, dove la domanda di questi grandi vini non smette di crescere. Terroir è un concetto così francese che la parola non ha un equivalente in nessun'altra lingua. Il terroir è un patrimonio genetico dei grandi vini. Senza di esso, nulla è possibile, tuttavia il suo carattere si rivela veramente solo grazie al lavoro e alla determinazione degli uomini. Questo lavoro va avanti da quasi cinquecento anni. Un vino di punta fatto da Cabernet Sauvignon (di solito 85% o più), Merlot (circa 10%), Petit Verdot (3%) e Cabernet Franc (2%). È un vino ricco di sapori e aromi complessi, come il tartufo e la violetta.